L’escursione alle Grotte
Le Grotte di Santa Caterina
Le grotte di Santa Caterina sono le prime formazioni carsiche che si incontrano: aprendosi a coppia, occupano decine di metri della falesia e sono caratterizzate all’interno da una spiaggetta di ciottoli.
La prima si distingue per dei grossi massi al suo ingresso, dovuti ad un precedente crollo della volta, mentre la seconda, in generale più grande, presenta un ingresso più ampio.
Ambedue sono di facile visibilità oltre che dal mare anche dalla costa da uno specifico prolungamento roccioso.
Grottarco
La seconda formazione carsica che si incontra proseguendo verso il centro abitato di Polignano a Mare è Grottarco, un vero e proprio arco di pietra che gli agenti meteomarini hanno gradualmente scolpito nella parete rocciosa.
Risulta visibile dall’alto della falesia stessa, ma appare molto più suggestivo dal mare aperto, anche perché accompagnato a poca distanza da un ulteriore complesso di archi e grotte chiamato Chiar di Luna.
Ponte dei Lapilli
Ponte dei Lapilli è una caletta caratterizzata da ciottoli piccoli e grandi.
Essendo situata in una zona poco centrale del paese, è una delle località più tranquille, meno affollata, dove è possibile rilassarsi sulla spiaggia stessa all’interno dell’insenatura oppure sugli scogli piani disposti lateralmente e soprattutto fare un bel bagno in acque cristalline.
Le Grotte della Foca
Le Grotte della Foca sono due grotte grandi e profonde, sebbene l’ingresso non sia molto ampio e quindi molto agevole.
Il nome di questa cavità deriva da una voce di popolo per la quale in passato, probabilmente fino agli anni Settanta, sia stato avvistato un esemplare di foca monaca, l’ultimo vivente nell’Adriatico, di lì a poco estintosi perché catturato e ucciso dai pescatori del luogo non appena si diffuse la notizia.
La Grotta delle Rondinelle
Dopo un centinaio di metri si incontra una delle grotte più conosciute e grandi della costa settentrionale: la Grotta delle Rondinelle, così chiamata in quanto pare che ogni anno, in passato, una rondine vi facesse il nido, fino a quando purtroppo una mareggiata non lo distrusse trascinando sia lei che i piccoli.
Accessibile non solo via mare ma anche dalla costa stessa, questa formazione carsica sorprende per la sua volta alta circa 6-7 metri dal pelo dell’acqua e per un’architettura naturale fatta di spinte e controspinte che le permette di erigersi e reggersi.
È una delle mete più ambite dagli appassionati di tuffi, che si lanciano dal punto più alto dell’arco d’ingresso per poi risalire scalando la roccia.
Cala Paura
Cala Paura è costituita da due insenature, ovvero due calette di ciottoli bianchi e levigati, e da un molo. Si tratta di un antico porticciolo, com’è possibile dedurre anche dalle tradizionali imbarcazioni variopinte presenti ancora sulla prima spiaggetta, quella più piccola.
Il nome trae in inganno, in quanto deriva dal dialetto polignanese “Cala Pagour” ovvero “Cala Paguro”: una volta in quest’area vivevano infatti numerosi esemplari di paguro, dei particolari crostacei provvisti di conchiglia. Col passare del tempo il nome è stato italianizzato, fino a diventare erroneamente “Cala Paura” appunto.
La Grotta Azzurra
Procedendo a sud, in località Grottone dove comincia l’abitato, si trova la Grotta Azzurra, così chiamata per i meravigliosi riflessi che i raggi del Sole creano tuffandosi in acqua.
È questo un fenomeno che ricorre in diverse grotte marine qui a Polignano, com’è ad esempio possibile constatare più avanti nella celeberrima Grotta Palazzese.
Lama Monachile
Lama Monachile, anche detta “Spiaggia Calaporto”, è la caletta più rinomata di Polignano a Mare, della quale è per certo anche l’immagine più rappresentativa. Situata proprio nel centro del paese, è caratterizzata da ciottoli bianchi, tipici delle spiagge polignanesi, e da un fondale in grado di restituire all’acqua, cristallina, una meravigliosa colorazione verde-azzurra.
Per raggiungerla si deve prima attraversare l’omonimo ponte Lama Monachile, residuo preziosissimo dell’antica Via Traiana, e poi discendere delle scale. Da qualche anno Lama Monachile è anche location fissa di una delle tappe del Redbull Cliff Diving, competizione mondiale di tuffi dalle grandi altezze.
La Grotta Piana
La Grotta Piana, situata appena sotto l’Hotel Covo dei Saraceni, era una cavità ampia e dal soffitto piatto alto un paio di metri.
Quello che resta oggi, a causa di lavori effettuati dopo segni di cedimento, è uno stretto corridoio che collega la spiaggia Lama Monachile con il mare aperto.
A sinistra della spiaggia (osservata dal mare), vi è un sito roccioso compatto e granitico, chiamato Bastione S. Stefano; al di sotto di questo è situata un’altra grotta dal duplice ingresso, dalla quale si sviluppa un vero e proprio reticolo di ampie formazioni carsiche fra loro comunicanti.
La Grotta dell’Arcivescovado
Superato il lido Lama Monachile, appena sotto l’abitato del centro storico, si incontra la Grotta dell’Arcivescovado, una cavità molto grande dall’ingresso altrettanto ampio (uno dei più ampi lungo il litorale).
Proprio per la sua ubicazione è una delle più rinomate, ma anche una delle più affascinanti.
Deve il suo nome ad una credenza popolare per la quale in passato i prelati polignanesi che vivevano nel palazzo vescovile (un tempo situato in quella che oggi è Piazza San Benedetto), specie per difendersi da incursioni nemiche, accedessero alla grotta attraverso un cunicolo segreto che partiva direttamente dall’arcivescovado.
La Grotta Palazzese
La Grotta Palazzese è la grotta più imponente di tutta la costa polignanese, ma anche la più rinomata per via del noto ristorante omonimo che vi si affaccia all’interno, altrettanto famoso in tutto il mondo proprio per la peculiarità di trovarsi dentro una cavità marina. Il nome di questa formazione carsica, chiamata anche “Grotta di Palazzo”, si deve al fatto che nel XVIII secolo fosse parte integrante dei beni del Palazzo della famiglia Leto, all’epoca feudataria di Polignano.
Anche qui, come e più che nella Grotta Azzurra, è visibile il fenomeno della luce solare che, riverberando negli ingressi delle cavità, si getta nell’acqua dando vita a meravigliose sfumature.
La Grotta sotto Favale
La Grotta sotto Favale è altrettanto suggestiva, specie se visitata internamente rivolgendo lo sguardo verso l’alto e verso l’entrata, abbagliata dalla luce proveniente dall’esterno.
Non va confusa con la Grotticella sotto Favale che, vista dal mare, si trova invece a destra della casa dell’omonimo studioso di storia locale Filippo Franco Favale, il quale dimorava proprio appena sopra la Grotta più grande, di cui prima.
La Grotta di Pietropaolo
La Grotta di Pietropaolo, per quanto piccola, è una delle grotte polignanesi più belle, poiché caratterizzata da una spiaggetta di ciottoli interna e da un fondale color verde smeraldo.
Inoltre presenta un piccolo corridoio terrestre che la connette con Grotta Ardito, motivo per cui quando quest’ultima era ancora di libero accesso i bagnanti potevano giungere sulla spiaggetta della Grotta di Pietropaolo.
La Grotta Ardito
La Grotta Ardito è così denominata per il sacerdote Don Giuseppe Ardito, antico proprietario di questo sito carsico, il quale per accedervi comodamente fece scavare nella calcarenite una lunga scala, tutt’oggi presente e fino a qualche decennio fa utilizzata dai polignanesi per accedere al mare da cui è lambita, secondo volontà dello stesso sacerdote.
Dal mare è possibile notare una vera e propria colonna naturale che rende la grotta ancora più caratteristica.
La Grotta delle Monache
La Grotta delle Monache, situata ancora più a sud, deve il nome al fatto che nei suoi pressi era ubicato un ospedale (ad oggi non più esistente), le cui suore avevano l’abitudine di uscire per recarsi proprio in questo sito marino.
È tutt’oggi possibile vedere dal mare una piccola scala scavata nel tufo, ovvero quella da cui le suore discendevano.
La Grotta di S. Gennaro
La Grotta di S. Gennaro è la più grande di quattro formazioni carsiche situate in una zona di Polignano chiamata “Macello”, ovvero nei pressi dell’ospedale di cui prima.
All’interno della cavità si trova un cunicolo non ancora esplorato, che si pensa potrebbe condurre ad ulteriori caverne.
Grotta Stampagnata
La Grotta Stampagnata si trova a poca distanza da due ulteriori cavità, ovvero l’Antro del Macello e la Grotta della Punta del Ciuccio, ed è così denominata in quanto priva di coperchio, che nel gergo locale si dice “timpagno”: si tratta infatti di una cavità caratterizzata da diverse aperture nella volta e nelle pareti.
Accessibile sia da mare che da terra, è ben visibile anche dal lungomare C. Colombo ed appare ancor più suggestiva con la luce pomeridiana.
La Grotta della Colonna Inclinata
Dirigendosi ancora più a sud, nei pressi dello Scoglio di San Paolo, anche detto Isolotto dell’Eremita, si trova la Grotta della Colonna Inclinata, una cavità caratterizzata da una colonna calcarea che divide l’ingresso in due.
Un ulteriore elemento che la rende affascinante, come per la Grotta Palazzese, è il fenomeno della luce che si riflette nell’acqua creando suggestive colorazioni.
L’Isolotto dell’Eremita
L’Isolotto dell’Eremita, anche detto “Scoglio di San Paolo”, costituisce un’altra immagine emblematica di Polignano a Mare. Situato a pochi metri dalla terra ferma, si presenta maestoso e provvisto di una croce. Una leggenda narra che nell’undicesimo secolo un eremita religioso, passando per Polignano e notando l’isolotto, restandone affascinato l’abbia scelto come luogo in cui fermarsi a dimorare e pregare in solitudine.
Pare che dei pescatori, accortisi della presenza dell’eremita, gli portassero di tanto in tanto cibo, acqua e lo stretto necessario, ma che un giorno l’abbiano trovato morto in un anfratto dell’isola. Successivamente, il tramandarsi della leggenda, portò i pescatori del paese a costruire nel 1612 una cappella intitolata a S. Antonio Abate, anch’esso eremita, poiché consideravano l’isolotto come un luogo di culto. Purtroppo nel 1837, a causa di un’epidemia, la cappella divenne un lazzaretto per i malati di colera e fu in seguito distrutta per motivi igienici; è possibile infatti oggi osservarne dei resti.
La croce attualmente visibile sullo scoglio è stata però installata solamente nel 1901 in onore del patrono San Vito Martire e non ha dunque alcun rapporto con la leggenda fin qui raccontata. L’isolotto è ad oggi anche una zona a protezione speciale, poiché dimora del gabbiano corso (Larus Audonii), raro in Europa.
Portalga
Portalga è un’area di balneazione che si estende appena dopo lo Scoglio dell’Eremita, procedendo verso sud, e che include sia parte di litorale che un’insenatura. Quest’ultima, come si è detto per Cala Paura, è costituita da una caletta sulla quale è possibile osservare le tradizionali imbarcazioni variopinte. Essendo periferica, è una delle località meno frequentate, pertanto in grado di regalare silenzio e relax a chi vi sosta.
La Grotta dei Colombi
La Grotta dei Colombi deve il suo nome proprio ai numerosi colombi che vi si annidano ed è uno degli antri più ampi di Polignano: si addentra infatti nella falesia per circa 30 metri, ma in realtà dall’interno parte anche un corridoio sommerso il quale conduce ad un altro ambiente cavernoso subacqueo.
Un’altra caratteristica è costituita dalle quattro aperture presenti sulla volta della cavità, osservabili anche da terra.
foto credits: polignanoamare.eu
